MARIMO: LEGGENDA
LA LEGGENDA DELL'ALGA marimo
LA STORIA CHE HA RESO IL MARIMO L'ALGA DELL'AMORE
La leggenda del Marimo è forse la peculiarità più nota dell’alga rotonda, dopo la sua particolare forma. Si tratta di una storia d’amore in stile Romeo e Giulietta che ci giunge dall’antico Giappone, ambientata presso il misitico lago Akan sull’isola di Hokkaido, sede di una delle colonie più ampie al mondo di alghe Marimo.
Una storia d'amore d'altri tempi
La fuga d’amore dei giovani Minabe e Senato, semplice cacciatore dai modi gentili e figlia del capo tribù locale, è Love Story d’altri tempi, di quelle di cui è sempre più difficile sentire nel consumistico mondo di oggi, che muoverà i sentimenti dei più romantici, coloro che sognano ancora di incontrare l’amore attraverso un gioco di sguardi al lavoro, in un negozio o in biblioteca, e di viverlo per sempre.
I fatti alla base di questo racconto hanno contribuito a conferire all’alga il forte valore simbolico che le viene attribuito in Giappone, dove è considerata un portafortuna ed un simbolo di amore eterno, da scambiarsi tra innamorati e da tramandare di generazione in generazione.
La storia è una “Uepeker”, un tipo di leggenda tipica del folklore della popolazione Ainu, una tribù che abita l’isola di Hokkaido ed il nord del Giappone; il termine potrebbe essere tradotto come “mutuo scambio di notizie”. Gli Ainu sono animisti, e credono quindi che ogni cosa in natura contenga al suo intenro un “Kamuy”: uno spirito o un dio. Le storie narrate nelle Uepeker intrecciano sempre l’essere umano ed elementi della natura, e venivano usate durante l’educazione.
(Dalla collezone di Thomas Murray Collection presso il Minneapolis Institute of Art)
Storia o Leggenda?
In questa pagina racconteremo la storia di Senato e Minabe approfonditamente, mettendo assieme tutti i tasselli che derivano dalle varie fonti online. Le leggende, si sa, vengono tramandate di generazione in generazione, perdendo a volte alcuni dettagli, ed arricchendosi di altri. Affascinati da questa storia, siamo andati a caccia di tutte le informazioni reperibili sul web, da siti in diverse lingue, immergendoci nella poco nota cultura nord Giapponese degli Ainu e nel suo folklore.
Se invece voleste approfondire le caratteristiche del Marimo, cliccate sul link per visitare la pagina dedicata, oppure visitate le altre sezioni su come si come si cura l’alga Marimo e su dove si compra.
Siete pronti a conoscere la storia?
Bene, premete play per ascoltare un po’ di musica Ainu e calarvi nell’atmosfera prima di continuare a leggere!
La leggenda del Marimo
Gli Ainu erano stanziati sulle sponde del lago Akane, circondato da montagne vulcaniche, praterie e boschi abitati da spiriti.
La principessa Senato, dall’alta statura e con dei lunghissimi capelli neri, era considerata la gemma della tribù. Ma era anche una ragazza molto attiva, cui piaceva darsi da fare per contribuire al benessere della sua gente.
L’incontro
Un giorno, Senato si allontanò dal villaggio assieme a un piccolo gruppo di donne per andare a pescare salmoni sul fiume. Mentre stavano pescando, all’improvviso un gruppo di cervi al galoppo si gettò in acqua rovesciando le ceste di pesci e bagnando le donne; stavano sfuggendo da un gruppo di cacciatori a cavallo che li rincorrevano. Gli uomini avevano barbe muschiate e capelli lunghi e scuri, erano vestiti con pelli d’alce ed armati di archi. Scoccarono un nugolo frecce e sei cervi caddero trafitti.
Senato alzò gli occhi dal suo cesto di pesce roveciato verso i cacciatori dagli sguardi gongolanti, ed i suoi occhi si incrociano con quelli dolci e cupi dell’unico che non sembrava compiaciuto: Manibe. La principessa colse una scintilla nei suoi occhi quando si accorse che la ragazza lo stava guardando, prima di distogliere frettolosamente lo sguardo.
Nel frattempo gli altri uomini erano saltati giù dai loro cavalli per per recuperare i cervi, mentre Senato e le altre donne si davano da fare per recuperare i pesci rimasti. Senato si stava allungando per raccogliere un salmone caduto, Manibe si avvicinò a lei e le toccò gentilmente la spalla. La ragazza si alzò di scatto spaventata, mentre lui guardava verso le proprie mani con fare imbarazzato: il ragazzo aveva raccolto e infagottato alcuni pesci dalle rive del fiume, mentre gli altri uomini si occupavano dei cervi. La ragazza guardò il fagotto di pesci e sorrise, poi guardò i suoi occhi penetranti e sorrise di nuovo arrossendo.
Un fischio acuto squarciò l’aria e Manibe tornò al suo cavallo di corsa, pronto a riportare le prede al villaggio assieme agli altri uomini. Senato continuava a guardare in direzione di Manibe, che diede un’ultima occhiata in direzione della figlia del capo. I loro sguardi si incontrano per un’ultima volta, e fu da quel momento che nessuno dei due avrebbe potuto negare la gioia scaturita da quel breve incontro e da quel piccolo gesto.
L’amore segreto
Passarono alcuni mesi, durante i quali i due giovani si incontrarono ancora, scambiandosi piccoli regali. La principessa Senato regalò a Manibe dei guanti nuovi, delle toppe ricamate e lacci in pelle, mentre il giovane le regalò elaborate composizioni floreali, un piccolo pugnale d’osso e un ciondolo fatto di ciottoli di pietra rotondi.
Tutti questi doni venivano scambiati e custoditi di nascosto, i due giovani mantennero la loro storia segreta perché Manibe non era che un semplice cacciatore, mentre Senato era la figlia del capo. Tutta questa segretezza però, provocava nella ragazza un grande dolore per il dover mentire alla tribù, tanto che chiese a Manibe di affrontare suo padre.
La confessione
I due si recarono quindi insieme dal capo tribù, per raccontargli del loro amore reciproco. La principessa scoppiò a piangere mentre non riuscia a incrociare minimamente lo sguardo severo del padre, che non diede la sua benedizione affinché i due potessero stare assieme. Senato venne scortata nella sua stanza, mentre a Manibe venne detto severamente dal Capo e dai suoi consiglieri di lasciar stare Senato.
La fuga
I due giovani si incontrarono in segreto due giorni dopo e decisero che, se la tribù non li avesse accettati, se ne sarebbero andati. Scapparono assieme nei boschi desolati lungo il lago sotto al monte Meakan e qui la fine della storia differisce a seconda dei racconti.
C’è chi dice che i due scappando caddero nel lago, chi sostiene che decisero di togliersi la vita gettandosi dentro e chi sostiene che rimasero a vivere da soli sulle sponde del lago, creandosi una nuova vita…
Decenni dopo la fuga degli innamorati nei mistici boschi oscuri, delle misteriose alghe a forma di palla apparvero nel lago. Tra gli Ainu si diffuse la voce che col tempo gli spiriti di Senato e Manibe si siano trasformati nelle alghe palla Marimo per vivere per sempre assieme. Da allora, con il suo intreccio di amore, fortuna, coraggio e prosperità, l’incantevole storia d’amore di Senato e Manibe continuerà a durare nel tempo, grazie alla leggenda del Marimo.
L'alga dell'amore
La leggenda giapponese che avete appena letto è diventata il simbolo delle simpatiche palline verdi di alga Marimo, le quali vengono tuttora regalate come dono, in Giappone come nel resto del mondo, ai partner che desiderano trascorrere il resto della loro vita insieme, come segno di amore eterno, o di buon auspicio per una nuova convivenza.
La resilienza delle alghe Marimo che possono vivere per centinaia di anni resistendo agli elementi della natura, è una rappresentazione poetica di un amore che può sopravvivere alle intemperie del tempo ed agli alti e bassi della vita!
Sono laureata in ScienzeAmbientali alla Hokkaido University ed ho svolto un Dottorato di Ricerca in Biologia delle Alghe con indirizzo in produzioni acquicole e dulcimarine presso l’Università Imperiale di Tokyo. Sono stata più volte visiting professor presso diversi atenei italiani.
I miei hobbies comprendono l’acquariofilia, il giardinaggio urbano ed il Jujutzu tradizionale, ultimamente mi sono appassionata di arte digitale e di AI. Vado matta per il sushi vegano.